STORIA
Il luogo di maggior interesse del complesso tolentinate è costituito dalla grande aula che si apre sul lato nord-est del chiostro e che, per la sua vasta dimensione, è comunemente noto fin dal 18° secolo come “Cappellone di San Nicola”. Qui hanno trovato sede i resti mortali del Santo.
La sala è rinomata soprattutto per la sua decorazione pittorica, una delle più vaste e meglio conservate tra quelle pervenuteci dei primi anni del Trecento, opera, secondo le proposte critiche più recenti, di maestranze riminesi capeggiate dal pittore Pietro da Rimini.
L’architettura
Il Cappellone costituisce il primo grande ambiente dell’ala più antica del convento agostiniano, inserendosi tra il coro della chiesa e la sacrestia seicentesca, in origine sala del capitolo. Le indagini sulle strutture hanno evidenziato per il Cappellone due distinti momenti costruttivi, di cui il secondo – volto a sostituire un tetto a capriate con una copertura a crociera – sarebbe da mettere in relazione con il suo cambio di destinazione da sacrestia in cappella – memoriale e la sua quasi contestuale affrescatura.