Il taumaturgo e le devozioni popolari
I panini benedetti di san Nicola
Origine:
I “panini benedetti” sono un segno particolare della devozione a san Nicola, legati ad un episodio della sua vita. San Nicola, gravemente malato, ottenne la grazia della guarigione per intervento della Vergine Maria, che, apparsa in visione, gli aveva assicurato: «Chiedi in carità, in nome di mio Figlio, un pane. Quando lo avrai ricevuto, tu lo mangerai dopo averlo intinto nell’acqua, e grazie alla mia intercessione riacquisterai la salute». Il santo non esitò a mangiare il pane ricevuto in carità da una donna di Tolentino, riacquistando così la salute.
Da quel giorno san Nicola prese a distribuire il pane benedetto ai malati che visitava, esortandoli a confidare nella protezione della Vergine Maria per ottenere la guarigione dalla malattia e la liberazione dal peccato.
La benedizione:
La Chiesa ha approvato l’istituzione e l’uso dei Panini, prescrivendo un rito speciale per la loro benedizione, analogo a quello della benedizione delle palme, ma riservato all’Ordine Agostiniano.
Si apre il sacro rito al canto dell’inno Te canunt omnes a S. Nicola, mentre si accede all’altare. Segue la lettura dell’Epistola tratta dal III libro dei Re (XVII, 9-16), dove viene narrato il prodigio del profeta Elia in favore della vedova che gli preparò un pane abbrustolito, e del Vangelo di S. Giovanni (VI, 1-14) su la moltiplicazione dei pani e dei pesci operata dal Signore. Quindi in cinque successivi oremus il Celebrante supplica il Signore di benedire questo pane come benedisse i cinque pani nel deserto; di purificarli dalla profanazione che ne hanno fatto gli uomini, di restituirli alla primitiva integrità; di santificarlo in modo che col cibarsene siano sconfitti i nemici infernali che insidiano la salvezza delle anime e la sanità dei corpi; di concedere a chi ne mangerà, invocando il patrocinio di S. Nicola, la vita eterna e le grazie temporali rendendo innocui tutti i nemici che in questa terra ostacolano il raggiungimento della vera vita.
Mentre se ne fa la distribuzione ai fedeli, viene cantato un inno che esalta i prodigi compiuti dai Panini benedetti. Il rito si chiude con una preghiera a S. Nicola nella quale s’invoca il suo patrocinio su la Chiesa e su quanti lo pregano.
I miracoli:
I Bollandisti, nell’opera “Acta Sanctorum” intitolano così i quattro lunghi capitoli che dedicano alla narrazione di una serie di prodigi ottenuti con i Panini: “L’antico uso di benedire i pani in onore di S. Nicola approvato da Dio con miracoli”.
In essi vengono ricordate malattie, incendi, tempeste, epidemie. Sono passati in rassegna numerosi miracoli operati in Italia, nel Belgio, nella Spagna, nel Perù, in Potosì, Valverde e Guanuco. Ci limitiamo a ricordare i più noti:
• Il furioso incendio del 1447 che minacciava la distruzione del palazzo dei Dogi di Venezia, e che gli uomini non riuscivano a domare, fu istantaneamente spento dai Panini di S. Nicola gettati tra le fiamme.
• Il Doge Messer Giovanni Moccenigo, nell’adunanza dei Senatori, per riconoscenza fece acclamare S. Nicola Comprotettore della Veneta Repubblica; volle istoriare l’insigne prodigio con un affresco nel palazzo stesso dei Dogi e successivamente con una magnifica tela nella cappella del Santo a Tolentino.
• A Genova v’era la consuetudine che clero e popolo si recassero processionalmente al porto quando una qualche eccezionale tempesta venisse ad infuriare e minacciare la vita dei naviganti e la perdita del naviglio. In una di queste suppliche, constatando l’Arcivescovo come la tempesta non accennasse a calmarsi e vedendo tanti figli in preda alla morte, si rivolse con tanta fiducia a S. Nicola da Tolentino; si fece dare un Panino benedetto e lo lanciò contro le onde. Con meraviglia di tutti queste si calmarono all’istante e la serenità riapparve nel cielo verso cui salivano le acclamazioni della folla presa d’entusiasmo alla vista del miracolo.
• A Cordova nella Spagna infuriò nel 1601-1602 una spaventosa peste. I Padri Agostiniani offrivano agli appestati i Panini di S. Nicola e furono testimoni di numerosi prodigi.
Fu stupendo quello del 7 Giugno 1602, quando la statua del Santo fu portata processionalmente all’ospedale dove il c appellano P. Giovanni Navas attendeva all’ingresso reggendo un grande Crocifisso. Lungo il percorso della processione i Religiosi Agostiniani distribuivano i Panini precedentemente benedetti. Giunti all’ingresso dell’ospedale, i portatori del simulacro sollevarono la statua sotto il Crocifisso per benedire la folla implorante soccorso. Questa proruppe in un clamore generale quando scorse che il volto di S. Nicola s’era leggermente piegato a baciare i piedi del Crocifisso e fu impossibile contenere il suo impeto quando fu visto il Crocifisso staccare le braccia dalla croce per abbracciare la statua dei Santo. La peste rapidamente disparve e furono innumerevoli le guarigioni ottenute con l’uso dei Panini di S. Nicola. Il Magistrato della città e il Capitolo Metropolitano il 12 Agosto 1602 fecero voto di recarsi ogni anno il 10 Settembre nella Chiesa dei Padri Agostiniani per ringraziare il loro Protettore S. Nicola del singolare prodigio.
• A Empoli languiva di fame una vedova con i suoi tre piccoli figli. Un ricco signore promise il suo aiuto a condizione che la povera donna assecondasse le sue abbominevoli proposte di peccato. La vedova respinse con eroico coraggio le passionali insidie preferendo al peccato la sua morte e quella dei figli. Infatti un figlio le moriva tra le braccia e gli altri due erano presi da un languore mortale. Con cuore spezzato dal dolore, si volse allora a S. Nicola da Tolentino verso il quale nutriva tanta devozione, si gettò ai piedi di una sua immagine che aveva in casa. Udì picchiare alla porta. Nel timore di una nuova insidia del noto signore, si mise l’immagine del Santo sul petto, andò ad aprire e rimase sorpresa alla vista di un religioso agostiniano che le offrì un sacchetto di Panini rassicurandola che Iddio non le lascerebbe mancar nulla. Il religioso era già scomparso quando si avvide che aveva tutte le sembianze di quello dell’immagine che recava in petto. Un fremito di speranza le corse per le vene. Prese un panino e lo accostò alle labbra del bimbo che poc’anzi era spirato tra le sue braccia e lo vide rianimarsi e con lui i fratelli. In fondo al sacchetto poi trovò il denaro sufficiente per sostenere la famiglia finché durò la terribile carestia che imperversò in città.
A questi se ne potrebbero aggiungere molti altri anche recenti, i quali ci indicano quanto grande sia il patrocinio di S. Nicola verso quanti confidano nella sua intercessione.
Modo di usare i panini:
I panini di san Nicola sono confezionati presso il Santuario con farina di grano ed acqua, senza lievito, cotti al forno. Sono un segno sacramentale della Chiesa, come lo è per esempio l’acqua santa, ed operano grazie nella nostra vita in misura della fede nel Signore.
Prima di mangiare i panini, si reciti la preghiera a san Nicola, per confidare nel Signore ed accettare la sua volontà di salvezza. La richiesta di grazie va unita all’impegno a progredire in un autentico cammino di fede, speranza e carità, verso Dio e i fratelli.
Preghiera a s. Nicola
O Dio onnipotente e misericordioso, con fiducia a te rivolgiamo la nostra preghiera, interponendo l’intercessione di san Nicola, tuo servo fedele e nostro particolare protettore: soccorri con prontezza e benevolenza quanti invocano forza nella prova e conforto nel dolore.
O san Nicola, tu che durante la tua vita hai condiviso le sofferenze dei più bisognosi e ti sei prodigato nel consolare afflitti e malati, vieni in nostro aiuto: presenta al Padre buono e provvidente, la nostra richiesta di guarigione nel corpo e nell’anima, in modo che ci sia donata una nuova occasione di gratitudine per i benefici dispensati in virtù dei meriti infiniti di Gesù Cristo, nostro Salvatore. Amen.
Pater, Ave, Gloria.
Per richiedere i panini scrivete o telefonate:
Basilica san Nicola da Tolentino – Frati agostiniani
62029 Tolentino (MC) Tel. 0733-976311 / Fax: 0733-958768
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